mercoledì 29 luglio 2015

LA DIFFICILE RISALITA...

crisi risalita
"Quotidiano di Puglia (ed. Brindisi)" del 29-07-2015      
Pubblicato anche in: "Quotidiano di Puglia (ed. Taranto)" "Quotidiano di Puglia"

Si tratta di riforme in parte già fatte o in via di definizione, ha commentato il ministero dell' Economia.
Ma, al di là delle precisazioni difensive, quella del Fmi è una doccia gelata su un' Italia che ancora si interroga se e quanto sia reale e decisiva per l' evoluzione delle dinamiche socio-economiche la tanto evocata fuoriuscita dalla crisi. L' amara previsione del Fmi piomba su un Paese stremato, come dimostrano i dati diffusi dall' Ufficio studi della Cgia di Mestre. Dal 2007 al primo trimestre del 2015 in Italia si sono persi 932.000 posti di lavoro ed è significativo che le regioni più colpite siano state quelle del Sud: in Sicilia gli occupati sono diminuiti di 168.000 unità, in Campania di 129.000 e in Puglia di 100.000. In tutte le regioni meridionali il calo occupazionale ha interessato 580.000 lavoratori (pari al 62,2% del totale). È una fotografia drammatica, appena corretta dagli indicatori più recenti che indicano una ripresa al rallentatore - quasi assente nel Mezzogiorno, come rileva uno studio di Confindustria - che sconta la debolezza strutturale del sistema -Paese. Sul fronte dei consumi, i dati Istat di maggio confermano che si è lontani da un vero decollo delle attività commerciali. "Siamo di fronte a un' economia dello zero virgola", ha sottolineato il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli, "ossia non più in terreno negativo ma ancora incapace di crescere". Un giudizio pienamente confermato dai dati Istat sul clima di fiducia dei consumatori e delle imprese risultato in calo nel mese di luglio. Circostanza che ha provocato la reazione di Confesercenti, Federconsumatori e Adusbef con la richiesta al Governo di immediate misure espansive. Un quadro in chiaroscuro emerge anche dalla rilevazione trimestrale di luglio dell' indice di solidità delle famiglie italiane (Sef) elaborato da Swg e Confesercenti. A fronte di un leggero miglioramento della percezione della situazione economica, attestato ai livelli più alti dal dicembre 2013, c' è il Sud che resta indietro. Infatti, aumenta, passando dal 10% di maggio al 16%, la quota di famiglie meridionali che dichiarano di non riuscire, con le proprie entrate mensili, a coprire le spese indispensabili. Ma, è la società nel suo insieme che vede ancora molte difficoltà da superare. La metà delle famiglie non sente ancora la ripresa: il 45% dichiara di vivere peggio rispetto ad un anno fa (era il 46% a maggio) mentre il 52%, rispetto al 50% del trimestre scorso, afferma di non aver percepito alcun cambiamento rispetto allo scorso anno. Solo un 3% (era il 4%) invece, segnala al contrario di vivere meglio. Da parte sua, l' Ufficio studi di Confindustria, nel report congiunturale di luglio, certifica che i recenti progressi dell' economia italiana sono in linea o perfino superiori a quelli indicati lo scorso giugno, quando erano state riviste le previsioni sul Pil italiano al +0,8% nel 2015 ed al +1,4% nel 2016. Ma non può bastare. Ora si tratta di rafforzare la lenta risalita dell' economia attraverso le riforme strutturali, inclusa la decisiva riduzione del carico fiscale. Le organizzazioni sindacali bocciano il cauto ottimismo confindustriale e sottolineano come le parole sulla fuoriuscita dalla crisi contrastano con i tanti lavoratori ancora in cassa integrazione, con i dati dell' occupazione negativi soprattutto al Sud e anche con le lamentele delle imprese sul calo degli ordini e della produzione industriale. Insomma, i segnali di ripresa sono modesti, non omogenei a livello nazionale e non tali da assicurare il pieno superamento delle condizioni interne ed esterne che hanno provocato la crisi. Solo misure shock, ad altissimo impatto, possono accelerare la svolta e portare gli attesi benefici sul piano occupazionale. Il premier Renzi negli ultimi giorni ha annunciato un piano triennale di riduzione delle tasse su famiglie e attività imprenditoriali per rilanciare i consumi, la competitività delle imprese e, in ultima analisi, l' economia. Il tema, che sta suscitando reazioni contrastanti, è al centro del confronto politico. Passare dalle parole ai fatti, e reperire le risorse necessarie all' operazione, non sarà semplice per il Governo. Gli ostacoli sono molti, senza considerare l' occhio severo con cui l' Europa, attenta a sorvegliare i nostri conti pubblici, guarda alle conseguenze del taglio delle entrate fiscali sul debito. Ma, ed è l' ultima trovata che arriva da Bruxelles, mentre in Italia si discute di alleggerimento del carico fiscale, l' Europa sta studiando modalità e ammontare di una nuova tassa che ciascun cittadino dell' Unione, e quindi anche italiano.

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