lunedì 17 agosto 2015

I TITOLI TOSSICI

titoli tossici

                                                                                                                                                       
I panni sporchi si lavano in casa propria. Questo detto, però, non vale per le banche che appena si accorgono di aver fatto un errore finanziario, acquistando titoli "spazzatura",
subito cercano di disfarsene, rifilandoli ai propri clienti. È quanto successo, per esempio, con i Lehman brothers, con i Bond argentini, ma anche con i titoli Cirio, Parmalat e, non in ultimo, con la famosa crisi dei Subprime.
Come fare, però, per far cadere la responsabilità del cattivo affare sul cliente? Semplice: ogni cittadino italiano che voglia investire in titoli, obbligazioni, azioni, ecc. è garantito da una legge europea chiamata "Mifid": in pratica, ogni volta che un consumatore-investitore entra in banca per sottoscrivere un contratto quadro per l'acquisto di valori mobiliari, deve compilare un questionario con cui viene fotografato il suo "profilo di rischio", nonché viene presa consapevolezza delle sue conoscenze del mercato finanziario. Sulla base delle risposte fornite dal cliente viene elaborato il suo profilo di rischio, sistematicamente manipolato dal dipendente di banca delegato a compilare il questionario, in modo che risulti un profilo più esperto di quello effettivo.

Ovviamente questo il cliente non lo sa. Ma può potrebbe benissimo verificarlo in qualsiasi momento, andando in banca e chiedendo che gli venga esibito il proprio profilo di rischio: se questo non corrisponde a quello effettivo può pretendere che venga cambiato.
Ma perché tutto questo? Facile, ci spiega Imperatore. Con un profilo esperto, si possono rifilare al cliente titoli ad alto rischio, quelli "tossici" come si dice in gergo. Insomma, la spazzatura.

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