venerdì 18 settembre 2015

Le banche non possono più approfittarsi

carenze legislative
 di STEFANO BARTOLI
"Il Centro (ed. Chieti)" del 08-09-2015
Pubblicato anche in: "Il Centro (ed. L'Aquila)" "Il Centro (ed. Teramo)" "Il Centro"
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Le banche non possono più approfittarsi delle carenze legislative
per applicare, nel caso di conti in rosso o fidi accordati, gli interessi sugli interessi. Non solo, ma dovranno anche restituire quanto addebitato ai clienti dal primo gennaio 2014 fino ad oggi, in attesa di vedere che cosa accadrà alla bozza di regolamento che la Banca d' Italia ha appena messo in consultazione fino al prossimo 23 ottobre e sulla quale le più importanti associazioni di consumatori promettono una dura battaglia visto che viene introdotto un divieto solo a tempo (conteggi al 31 dicembre, capitalizzazione degli interessi dopo 60 giorni). In sostanza, si spera che stavolta la pratica dell' anatocismo, cioè appunto della capitalizzazione di altri interessi sulla base di quelli scaduti o non pagati, si avvii verso il tramonto. O che almeno il correntista-consumatore possa sfruttare al massimo le armi legali per il rispetto dei propri diritti. La normativa di riferimento è quella introdotta dalla legge di stabilità per il 2014, approvata nel 2013 (il governo era quello di Enrico Letta) in base alla quale gli interessi sugli interessi diventavano vietati, rimandando però il tutto ad un regolamento mai emanato e adesso solo abbozzato. In questo "buco" la stragrande maggioranza degli istituti ha continuato a praticare l' anatocismo incassando in un anno e mezzo, secondo il Movimento Consumatori, la ragguardevole cifra di due miliardi di euro. Associazioni in campo. Dunque, dopo anni di battaglie su questo argomento, lo scontro si riaccende in particolare ad opera dell' Adusbef (struttura specializzata nei servizi bancari, di cui pubblichiamo a parte un' intervista al presidente Lannutti), di Federconsumatori e del Movimento Consumatori che ha invece dato vita ad una campagna specifica sull' argomento ("Stop Anatocismo") e che sta raccogliendo adesioni in tutta Italia. Una campagna che ci viene illustrata da Alessandro Masoni, dirigente del Movimento Consumatori, il cui scopo è sollecitare adesioni e spingere chi subisce l' anatocismo e muoversi nei confronti del proprio istituto di credito. E questo perché chi non reclama non ottiene nulla e chi chiede quanto versato ingiustamente riesce ad ottenere con ampia certezza una sentenza favorevole. Nove banche condannate. Come sottolinea Masoni, la posizione dei clienti è adesso rafforzata da ben nove sentenze che, in varie parti d' Italia, hanno riguardato Intesa SanPaolo, Unicredit, Banca Regionale Europea, Banca Sella, Banca Popolare di Milano, Deutsche Bank, Ing Bank, IW Bank e Fineco Bank. «Per partecipare alla campagna e chiedere il rimborso - spiega l' esponente del Movimento Consumatori - basta andare sul nostro sito www.movimentoconsumatori.it, scaricare il modulo personalizzato per uno dei nove istituti e rimandarlo per email ai rispettivi indirizzi. Ma la condanna a pagare è solo un rafforzativo perché ogni cliente di qualsiasi banca può procedere e chiedere il rimborso». Cosa fare. Con l' aiuto di Masoni vediamo quindi le varie strade a disposizione dei correntisti. Innanzitutto si parte dalla valutazione della convenienza che si può ricavare dagli estratti conto trimestrali o annuali: ad esempio, uno scoperto di mille euro per qualche settimana comporta il recupero di pochi centesimi e quindi non spinge verso azioni legali, mentre è ben diverso il caso di un' azienda o di un privato con un discreto passaggio di soldi: dal Movimento Consumatori portano come esempio quello di un correntista che un po' di tempo fa, dopo l' utilizzo di un fido di 5.000 euro per un periodo consistente, è riuscito a recuperane circa 700. Dopo ci si può rivolgere appunto ad un associazione: oltre al Movimento consumatori, ad esempio all' Adusbef (www.adusbef.it) o a Federconsumatori (www.federconsumatori.it). Si tratta di un passaggio importante proprio per effettuare la valutazione sulla convenienza di cui parlavamo prima. A parte l' azione giudiziaria in tribunale o dal giudice di pace, che comporta il costo di un legale, esiste l' Arbitro Bancario, una figura di conciliazione con sedi a Milano, Roma e Napoli, rispettivamente per nord, centro e sud Italia. Qui, compresa l' iscrizione ad una delle associazioni da cui farsi assistere, bastano dai 100 ai 150 euro.

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