sabato 5 marzo 2016

Istat: prezzi congelati in dieci grandi città


Prezzi congelati o deflazione in 10 grandi città - Dieci grandi città italiane a gennaio mostrano un indice dei prezzi che oscilla tra lo zero e il segno meno.

Guardando al dato annuo, secondo le tabelle diffuse dall' Istat, sono a 'zero' Milano, Firenze, Perugia, Palermo, Reggio Calabria e Ravenna, mentre possono essere classificate in deflazione Bari (-0,3%), Potenza (-0,2%), Trieste (-0,2%) e Verona (-0,1%). Quindi, nonostante il rialzo dell' indice generale, sul territorio restano aree (Comuni capoluogo o con oltre 150 abitanti) con listini congelati o in negativo. L' inflazione a gennaio aumenta dello 0,3% su base annua (era +0,1% a dicembre). Lo rende noto l' Istat, confermando la stima preliminare. L' Istituto parla quindi di "lieve rialzo". In termini congiunturali i prezzi al consumo diminuiscono invece dello 0,2%. Il rincaro del cosiddetto carrello della spesa a gennaio frena: l' aumento su base annua dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si ferma a 0,3% da 0,9% di dicembre. Lo rende noto l' Istat, registrando un calo dello 0,2% congiunturale. Si annulla così la forbice tra l' inflazione rilevata per il carrello della spesa, di solito più 'salato', e quella generale. Tornano a salire prezzi computer e tablet - Si riscaldano i prezzi di computer, portali e tablet. I listini del settore, che l' Istat raggruppa nella tipologia 'Apparecchi per il trattamento dell' informazione' hanno di solito sempre mostrato il segno meno. A gennaio invece l' indice dei prezzi nel comparto rialza la testa, come non avveniva dall' agosto del 2012, quindi da tre anni e mezzo, se si guarda il tasso tendenziale, arrivato a +6,3%. E in aumento risulta anche il dato mensile (+5,0%). Consumatori, lieve aumento ma è boom per tariffe L' Istat confermando il tasso di inflazione "in lievissimo rialzo a gennaio", a 0,3%, dà anche prova delle "discrepanze che abbiamo più volte denunciato relativamente alla crescita spropositata di alcune tariffe". Così Federconsumatori e Adusbef commentano gli ultimi dati, in una nota congiunta. "Come è possibile che, a fronte di un incremento del tasso di inflazione negli ultimi quattro anni del +4,7%, nello stesso arco di tempo, si verifichino aumenti del servizio idrico del +22%?", si chiedono le sue associazioni a tutela del consumatore. "Va ancora peggio nel settore dei trasporti: solo nell' ultimo anno le tariffe autostradali sono aumentate dal 3,4% al 6,5%, mentre l' inflazione registra il +0,1% nel 2015. Tutto ciò dimostra che ci troviamo di fronte ad intollerabili meccanismi speculativi a cui il Governo deve mettere fine con la massima urgenza, attraverso attenti monitoraggi e determinate azioni di contrasto".

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